Qual è il ruolo dell'attore oggi, nel 2010?
Me lo chiedo perché sento sempre più spesso che artisti o organizzatori teatrali tremano o s'infastidiscono al solo sentire la parola 'politica'.
È strano, perché scommetto che nessuno di loro sconfesserebbe le parole di Federico Garcia Lorca: “il teatro, comico o drammatico che sia, che non sa cogliere l’inquietudine sociale, la pulsazione della storia, il dramma della sua gente o il genuino colore del suo paesaggio e del suo spirito non ha diritto a chiamarsi teatro”.
Cos'è allora?
Chi siamo? Che concezione ha del teatro un organizzatore che bolla uno spettacolo come 'non abbastanza innocuo'?
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