26/08/09

PADOVA MUORE

Padova muore definitivamente con le neo-famiglie che devo preparare la cameretta e quindi magari ci risentiamo poi.
Con matrimonio-figlio-solitune

come fosse amaro-caffè-ammazzacaffè.
Con le strade deserte alle due di notte, e gli unici luoghi d'incontro sono il bingo e le puttane.
Con i miliardi spesi in infrastrutture per il signor Ikea e i (tutto sommato) suoi pochi dipendenti.
Con le persone che se ti guardano e magari ti parlano... danno fastidio.
Con le future ronde, la viabilità modificata, e la polizia che staziona vicino a famiglie di africani che socializzano di fronte ai loro negozi pieni di merce e di gente che si parla.
Padova muore definitivamente nei locali, dove ognuno si porta il suo appartamento, le sue difese e le sue piccole abitudini.
Con i Suv che parcheggiano sulle piste ciclabili.
Con il sindaco che è quello stesso di quindici anni fa.
Con gli universitari a timer (escono solo mercoledì), e l'università sotto psicofarmaci.
Con un'attività politica ignorata e latente. Da chi non si prende più davvero sul serio.

Padova muore. L'ho conosciuta pensionata. Ho cercato di sedurla con ancora i suoi grilli per la testa. La vera e propria 'bronsa querta'. La brace calda, coperta da inutile cenere che sembrava facile togliere. Ho cercato, abbiamo cercato di togliere, ma la cenere veniva e viene fuori da troppi luoghi di stanchezza. E per una pensionata la stanchezza porta in un unico luogo: Padova muore.
Padova muore nel continuo e instancabile lavoro di tutti quelli che ignorano la parola 'comunità'. È forse troppo simile a 'comunismo'. Sarà quello. Sarà che non c'è più un modo. Le sabbie mobili hanno lavorato bene.
Padova muore. E il funerale sarà lungo e impercettibile. È già iniziato e non finirà. Ci si porta i fiori e si fa qualche visita ogni tanto. Le pastine minuscole, per non scialare. Qualche divertimento. Le puttane. Le badanti per tenere figli e vecchi. Spritz e Mediaset Premium. Confartigianato e Confindustria per l'Italia. Auchan e Ikea per il resto del mondo. Il campionato farà scintille.

Vattene, dai retta. Poi torna. E se sbaglio dimmelo. Dimmelo se sbaglio. Dimmelo e facciamo qualcosa.
Sennò: riposa in pace.
Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.

Nessun commento: