31/07/09

LETTERA APERTA AI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

Credo che non sia secondario in questi giorni e settimane di proteste dei lavoratori dello spettacolo parlare dell'identità dei lavoratori dello spettacolo, cioè la risposta alla domanda 'chi diavolo siamo?'


Io credo che dobbiamo essere persone riconoscibili all'interno di una comunità. Dobbiamo essere le persone che raccontano i sogni e le storie, ma credo anche che quei sogni e quelle storie devono essere di aiuto alla comunità. Non è una questione di Stato con la esse maiuscola. Si tratta di comunità di persone.


Le caricature delle fiction americane sono una merda. Anche le fiction nostrane. Le repliche delle repliche delle repliche dei teatri stabili, pure. Per questo motivo luoghi come il Teatro Argentina sono distanti dall'Italia quanto Montecitorio.


I lavoratori dello spettacolo hanno una responsabilità doppia. Siamo cittadini di uno stato marcio, e di questo dovremmo discutere, proporre arte che si misuri col marcio.
Dall'altra siamo quelli che accompagnano il tempo libero (libero dal lavoro, non dimentichiamolo) degli italiani. Bisogna capire come accompagnarlo. I cittadini italiani hanno il diritto di spendere il loro tempo per partecipare a un progetto artistico sociale e politico. L'arte è questo: mettere insieme i due aspetti imprescindibili dell'animale uomo: quello sociale e quello politico.


Le storie e gli orizzonti della danza, del teatro, del cinema italiano devono corrispondere a questa marea.
L'onda che sale sono le proposte e il lavoro di autori, registi, coreografi, danzatori e attori per il pubblico.
L'onda che scende sarà la società italiana che ne verrà.
I lavoratori dello spettacolo devono capire che il loro mestiere è parte determinante nella crescita sociale e politica dei cittadini italiani. Hanno responsabilità per nulla legate ai soldi o alla visibilità. I lavoratori dello spettacolo devono ritrovare la dignità che gli spetta. Non squallidi spettatori di una Italia cloroformizzata e morta, ma amplificatori dei desideri delle persone.


I desideri fondamentali di vita, di scambio, di bellezza.
Gli italiani hanno bisogno di arte, coraggio e bellezza.
Chi non ce la fa o non condivide si ritiri. Lavoratori dello spettacolo compresi.

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