14/02/11

AI GENOVESI: UN SEGNALE DI UMANITÀ

Il 12 febbraio dopo aver letto l'articolo di Stefano Origone su Repubblica in merito ai possibili futuri divieti di accattonaggio a Genova (http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/02/11/news/il_comune_mette_al_bando_gli_accattoni-12324312/), ho scritto una mail all'assessore Francesco Scidone. La mail è la seguente:
Caro assessore, la prego vivamente di togliere i nuovi divieti che riguardano l'accatonaggio. La povertà che si manifesta col chiedere un aiuto agli altri abitanti di questa città non offende nessun decoro. L'unica cosa che offende è la povertà. La dignità di chi chiede e non ruba è pulita. La meschineria dei negozianti che vogliono proteggere la loro immagine da non si sa bene cosa è sporca. Se ascoltasse più De André e meno la confesercenti farebbe un gran servizio a questa città.

L'assessore Scidone, a me e ad altre 5 persone che hanno inoltrato la stessa mail, ha risposto oggi quanto segue:
Gentilissimi cittadini, innanzitutto non si tratta di divieti già operativi ma di una bozza di regolamento proposta ai Consiglieri Comunali, rappresentanti dei cittadini, modificabile secondo le indicazioni del Consiglio Comunale.
Detto ciò, in questa bozza si consente ovunque l’accattonaggio a meno che non si sfruttino bambini oppure animali, si arrechino molestie alle persone oppure in alcuni e ben precisi luoghi della città (esattamente davanti alla porta delle scuole, dei cimiteri, degli ospedali, delle chiese e dei negozi) come chiestoci da centinaia di cittadini con le loro segnalazioni e raccolte di firme e come del resto avviene in tutte le grandi città europee.
Noi non vogliamo fare la guerra ai poveri ma alla povertà e se avessimo le risorse necessarie invece che decine di milioni di Euro di tagli dal governo, ci piacerebbe anche vincerla.
Cordiali saluti.
Francesco Scidone
Assessore Polizia Municipale

Io non sono per niente soddisfatto di questa risposta. Le raccolte di firme e le nuove regole di tutte le grandi città europee impongono l'idea che i centri delle città siano oasi pulite e perfette, all'interno delle quali non c'è spazio per la povertà e per il conflitto. I centri storici diventano musei per turisti e ricchi residenti, mentre tutto il resto (povertà, creatività, conflitto, socialità) viene 'spostato' in periferia, dove nessuno vede e dove nessuno interviene. Il disagio non viene affrontato ma spostato, per non dar fastidio a chi non riesce a tollerare che ci sia qualcuno che è costretto a chiedere l'elemosina.
Chi chiede un po' di soldi per campare lo fa dove ci sono più persone che possono aiutarlo: esattamente nei posti che elenca l'assessore. I poveri che chiedono l'elemosina sono poveri, non stupidi. Nessuno chiederebbe l'elemosina dove non passa anima viva.
Se centinaia di cittadini hanno chiesto provvedimenti del genere, forse possiamo far sentire anche l'altra voce della città. Vi prego, scrivete e fate scrivere una email all'assessore perché ritiri la bozza: fscidone@comune.genova.it

è un segnale di umanità.

Beppe Casales



2 commenti:

Lore ha detto...

Ciao, dopo aver segnalato lo stesso articolo di Repubblica sul mio blog, ho trovato il tuo post: condivido e scriverò all'assessore!
ciao
lore

Beppe Casales ha detto...

sono contento! sono un po' pessimista, ma vediamo che succede.