Alda Merini, parlando del poeta dice: “Non si difende neanche, alle volte, è bello accettare anche il male, una delle prerogative di un poeta è non discutere mai da che parte venga il male, io l'ho accettato ed è diventato un vestito incandescente, è diventato poesia. Ecco il cambiamento della materia, che diventa fuoco, fuoco d'amore per gli altri.”
Parlando dei trentenni con un'amica più vecchia di me, eravamo d'accordo su un fatto. Il problema dei trentenni (e non solo), il problema alla base di tutto è la mancanza di curiosità. Scivoliamo continuamente sulle cose, sia quelle belle che quelle brutte. La mancanza di curiosità appiattisce qualunque cosa. Troviamo soddisfazione dalle cose squallide e ci arrabbiamo per cose così sciocche da diventare ridicoli. In questo modo ci allontaniamo sia dalla gioia che dal dolore.
Non sarebbe brutto immaginare un mondo di poeti.
3 commenti:
Cazzo Beppe, avete troppo centrato il punto. Dolore e gioia. Io sono troppo curioso. Tante volte curioso proprio del dolore.
Penso semplicemente che il dolore sia una parte essenziale della vita, come l'amore e il contatto e la conoscenza. Cercare di allontanare il dolore è stupido. Fa parte degli esseri viventi. E' nella nostra natura. Ci porta ogni volta a qualcosa di nuovo. Ragionando e sentendo agli estremi, più dolore siamo capaci di sentire, più gioia saremo capaci di capire e dire.
Non sono mai riuscito a conoscermi come nelle pieghe del dolore. Sviscerato nel profondo mi sono trovato sempre più pronto al dialogo.
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