14/10/09

MAMMA ROMA


Sono venuto a Roma con l'idea che avrei lavorato di più, e avrei guadagnato più soldi.
Sono arrivato a Roma e ho lavorato di più, ma sempre con meno soldi.
Questa situazione mi ha allontanato dai cliché delle feste, dei casting, da Cinecittà (che intravedevo solo per andare a lavorare alla Tim), dalla Roma insomma che ci si immagina dalla provincia.
Questa situazione mi ha avvicinato agli altri tanti, a quelli come me e messi peggio di me, molto peggio.
Il mondo non televisivo e nemmeno quotidiano della miseria. La chiamo così per convenzione, perché non ho voglia di sprecare tempo per un altro termine, perché il tempo mi serve per dire che ringrazio dio di essermi accorto di questi miei compagni di strada.
Il tempo mi è servito per condividere percorsi a piedi e in autobus, per sedermi sugli stessi gradini, per fermarmi e guardare gli occhi.
Di pochissimi ho conosciuto la vita, di molti ho condiviso le stesse cose da mangiare (si compra allo stesso supermercato, assieme a molti romani), gli stessi silenzi ad aspettare un notturno, la stessa inquietudine per domani, o per ieri.
Dicevo degli occhi.
Eccoti servito. Gli occhi che ho visto rimandavano sempre a qualcosa oltre, che non potevo immaginare, ma così forte e potente da dover uscire a forza, da quegli occhi. Un pensiero, un'immagine, un profumo che manca. Una mancanza di qualcosa che porta oltre, e in quel movimento invisibile esce, incomprimibile come un pianto, la vita.
In questi casi come si fa a distinguere vita e coraggio? È solo un movimento che c'è, potente, naturale, commovente, elementare.

Cerco di scrivere della vita.
“La cosa che mi lascia veramente stupito è l'immenso coraggio di alcune delle persone che vivono questa vita. È questo che mi tiene in movimento”.

1 commento:

undercaos ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=n_4QgRyjcks

;)