Penso che avere un figlio sia una delle cose che ci avvicina di più agli animali. Perché nascono i nostri figli dai nostri amplessi, dai nostri orgasmi. Perché assecondano un istinto forte e inspiegabile, come tutti gli istinti animali, l'istinto materno e paterno.
È animalesco avere figli, e lo dico nel senso più vitale del termine.
Allora perché?
Perché facciamo venire i nostri bimbi a questo mondo? Il mondo che abbiamo costruito, così distante da qualsiasi cosa abbia a che fare con loro. Il mondo che bisogna lavorare tante ore per il nostro bambino, che se non ci sono i genitori ci sono persone pagate per guardarli crescere, che se proprio non c'è nessuno c'è un dvd che non si consuma mai. Il mondo evoluto che produce continuamente norme culturali e sociali, a loro volta suddivise in regole, regolamenti, buoni costumi, divieti, permessi, cause, effetti... Il mondo dove l'istinto non lo conosciamo più, e quindi è spesso difficile riconoscerlo. Gli abbiamo dato diversi nomi, proprio perché non capivamo più. Ora si chiama devianza, disturbo, anomalìa, delinquenza, ossessione, malessere, pazzia, insofferenza, asocialità. Il mondo della nostra società. Il mondo che fa nascere il nostro bimbo in un ospedale bianco e senza batteri e non nella casa dove vivrà. Che delega la sua conoscienza del mondo ai filmati e alle parole. Che sorveglia la sua crescita con neuropsichiatri ed esami e parametri. Che lo abitua fin da piccolo ad avere già tutto costruito, nuovo e colorato. Che coltiva la sua voglia di avere tante cose nuove colorate e già pronte, lì, per lui. Che rende tutto normale. Appiattisce la mancanza dei genitori che non ci sono con la possibilità di avere molte cose. Così è normale che i genitori lavorano e lui costruisca assieme ai direttori marketing una splendida carriera di uomo contemporaneo. Non più uomo, ma consumatore.
Non so se stiamo ancora parlando di istinti, ma l'istinto dell'uomo di avere delle cose per sé è diventato qualcosa di altro. È diventato l'istinto a consumare. A divorare qualunque cosa. Anche la vita degli altri.
Come se avessimo l'obbligo di insegnare ai nostri figli un linguaggio di crudeltà che per loro natura fanno molta fatica ad imparare. Ci mettono anni. Come se dovessimo consegnare loro un mondo al contrario. Gli animali cooperano. Condividono. Perché così sanno che possono andare avanti, e vivere. Perché altri dopo di loro possano andare avanti, e vivere.
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