23/07/09

RECENSIONE DI "SALUD - LA RIVOLUZIONE"

Recensione apparsa su “La rinascita della sinistra”, 16/07/2009
di “Salud – la rivoluzione” di Beppe Casales, pubblicato nel 2009 da Libertà Edizioni

STORIA GENEROSA DELLA RIVOLUZIONE
Un racconto sulla guerra civile spagnola

di Lelio La Porta

Il racconto breve di Beppe Casales, intitolato Salud – la rivoluzione, si muove nell'ottica dell'incrocio-incontro fra due generazioni di rivoluzionari, legate dallo stesso ideale anarchico, che vivono la loro esperienza fra Napoli e la Spagna precedente la guerra civile e poi contemporanea della stessa. Le vecchie e le nuove generazioni che, più che confrontarsi, vivono la stessa lotta con un impeto e una consapevolezza integrali, totali.
La vicenda, come in un piano-sequenza filmico, si sposta continuamente fino a trovare il suo punto di congiunzione e di stabile svolgimento nella città che per antonomasia simboleggia la guerra civile spagnola, cioè Barcellona. Barcellona che ribolle di rivoluzione, che quasi diventa la madre della rivoluzione con i tram verniciati di rosso e di nero, e nella Rambla “gli altoparlanti tuonano rimbombanti canzoni rivoluzionarie per tutto il griorno e per gran parte della notte”.
La storia, quella dei potenti, quella di coloro che governano e decidono, diventa la storia di uomini e donne, più o meno giovani, che combattono una guerra rivoluzionaria giusta perché dalla parte di chi è subalterno. Una guerra in cui si affrontano persone con le divise, i soldati, e persone senza divise, gente normale, che combatte mossa da un ideale profondo e sincero che trova le sue radici non solo nell'insegnamento di Bakunin, ma in quello di Lenin, e nelle parole d'ordine che furono la forza dirompente della rivoluzione francese: libertà, uguaglianza, fraternità!
E i giovani eredi dei vecchi anarchici di Napoli e Spagna, si spostano da Barcellona a Madrid dove in un bar incontrano Neruda che attende Lorca il quale non arriverà mai perché i fascisti lo ammazzeranno. Due poeti, coloro destinati, come scriveva Holderlin, a scrivere quelle cose che durano in eterno. E Lorca viene ammazzato proprio per impedirgli di dire cose che sarebbero rimaste nell'eternità. Ma la morte non gli impedirà comunque di scrivere per l'eternità. La morte appartiene ai fascisti. Che se la tengano! La vita è degli altri, cioè di tutti quelli che non sono fascisti.
La guerra civile termina con la vittoria del fascismo, cioè della morte sulla vita; il “no pasaran” sembra sconfitto ma rivivrà, e questa volta vincente, nelle pianure e sulle montagne di tutti quei paesi che appena qualche anno dopo si ribelleranno al nazifascismo, resisteranno e vinceranno.
Casales narra con forza espressiva, con una partecipazione alla vicenda che lascia intendere un coinvolgimento anche ideale, direi ideologico. Non è male di questi tempi, che Brecht avrebbe sicuramente definito “bui”, un'esplicita scelta di campo. L'opera letteraria ne ha bisogno e Casales lo fa senza timore, con la forza di una scrittura immediata che sa muoversi anche tra le pieghe del discorso dialettale con abilità e sagacia. Un racconto breve che racconta una storia lunga; una storia di sentimenti, di coraggio, di astuzie politiche, di generosità rivoluzionaria. Insomma, la storia in un racconto.

Il libro si può comprare qui: www.libertaedizioni.net

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